martedì 28 novembre 2017

28 novembre 2017 - "Das Kaffeehaus" di Fassbinder ritorna a Trieste come ulteriore tappa della sua tournée



Una stessa produzione teatrale può mantenersi sempre uguale nei decenni o essere invece molto diversa anche a distanza di un anno e, soprattutto nel secondo caso, la possibilità di assistervi di nuovo può essere bello, utile e divertente, oltre a suscitare numerose riflessioni non soltanto sull'ovvia poliedricità di un buon testo drammaturgico o sulla non scontata capacità da parte del regista di modificare il proprio lavoro in un tempo relativamente breve.
Sono occasioni che si rischia di perdere perché si pensa: è uno spettacolo già visto, ne ho già scritto (cfr. link riportato in fondo), cosa potrei aggiungere? Ma poi capita l'opportunità di assistere alla prova generale e ci si rimangia tutto.

Das Kaffeehaus, la piéce di Rainer Werner Fassbinder ispirata alla goldoniana Bottega del caffè, nella produzione realizzata dalla Compagnia del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia con la regia di Veronica Cruciani è cambiata molto, quasi fosse un organismo vivente in grado di variare alcuni non trascurabili elementi pur mantenendosi stabile nell'essenza.
Se alla visione della prima nazionale nel novembre 2016 l'esaltazione delle ombre sulle luci nelle anime di tutti emergeva chiara, a confronto con quella presente risulta essere stata molto trattenuta; la speranza e l'ottimismo di fondo, insiti nel testo di partenza non erano persi del tutto, mentre in quella attuale, attualmente in tournée, risulta del tutto assente.
Si è liberata un'energia violenta, aggressiva e a tratti grottesca, presente solo in potenza un anno fa e nella prospettiva attuale si riconoscono in pieno i tratti di Fassbinder, ben esemplificati nelle coreografie, vere e proprie danze macabre che ogni tanto spezzano la tensione creata dal confronto/scontro fra i diversi personaggi.

Sono cambiati alcuni attori Ivan Zerbinati  è ora Leandro e Mauro Malinverno impersona Pandolfo senza però mutare gli equilibri interni di quest'amarissima commedia che vede di nuovo in scena Francesco Migliaccio (Don Marzio), Filippo Borghi (Eugenio), Trappola (Andrea Germani), Riccardo Maranzana (Ridolfo), Ester Galazzi (Lisaura), Lara Komar (Vittoria) e Maria Grazia Plos (Placida).

Ad ognuno, fin dalla prima versione, era stata data la stessa importanza e dignità, indipendentemente dal tempo concesso a ciascuno, in un perfetto meccanismo rispettato con cura dal drammaturgo tedesco e ben reso dagli attori in scena, ma anche in ciò si è modificato qualcosa a favore di una maggior definizione di tutti, come se un delicato schizzo pieno di movimento fosse stato sostituito da un disegno dai tratti e dai contorni molto marcati, modificandone così la definizione.
Sarà interessante ora seguire quale sarà la risposta da parte del pubblico, si tratti di spettatori alla prima o alla una seconda visione.

Paola Pini

 
Trieste, Politeama Rossetti - Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
dal 28 novembre al 3 dicembre 2017


Das Kaffeehaus


di Rainer Werner Fassbinder
da “La bottega del caffé” di Carlo Goldoni

t
raduzione Renato Giordano
regia e adattamento scenico di Veronica Cruciani


con la Compagnia del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia Filippo Borghi, Ester Galazzi, Andrea Germani, Lara Komar, Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Maria Grazia Plos, Ivan Zerbinati (attore ospite)
e con Mauro Malinverno



scene e costumi Barbara Bessi
drammaturgia sonora di Riccardo Fazi
disegno luci Gianni Staropoli
produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia